Terapie sperimentali e innovazione nella Paralisi Cerebrale Infantile

Quali sono le terapie per la PCI?

Con il termine Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) si intende un insieme di disturbi neurologici persistenti ma non progressivi della postura e del movimento, conseguente a una lesione del sistema nervoso centrale in età precoce.

Coinvolgendo un danno neurologico cerebrale, le cellule perse (neuroni) durante l’evento patologico non possono essere ripristinate. Tuttavia, se il danno non interessa cosiddette “aree eloquenti” non è detto che un ictus in età pediatrica lasci esiti di Paralisi Cerebrale Infantile, per questo spesso i medici nei primi tre anni utilizzano una “condotta di attesa”, ovvero sono molto cauti, ma allo stesso tempo propongono “trattamenti abilitativi” , già consolidati.

I trattamenti tradizionali comprendono la fisioterapia e psicomotricità per le abilità motorie, la logopedia per il linguaggio ed altri trattamenti specifici volti a potenziare o a far emergere le capacità del bambino (esempio: organizzazione visuo-spaziale, potenziamento cognitivo, terapia occupazionale). Se vuoi approfondire l’argomento ti consigliamo questo libro da scaricare sul sito FighttheStroke.

A fianco di questi trattamenti tradizionali (ed altri, come farmaci e chirurgia), in anni recenti sono stati sviluppati studi per affrontare questo tipo di disabilità con un approccio innovativo,

Action Observation Therapy (AOT)

Con il termine “'Action Observation” (AO) si intende lo stato dinamico in cui il cervello e quindi l'osservatore vede e comprende cosa sta facendo un’altra persona. In questo processo il cervello simula a livello neuronale le azioni e i risultati che probabilmente sono e/o seguiranno all'atto motorio osservato. Secondo i principi del motor learning, la via ottimale per sostenere un bilanciamento dell’attività corticale, in particolare dopo un danno è incrementare il controllo bimanuale. L'Action Observation Therapy (AOT) è un approccio che si basa sulle neuroscienze e sulla scoperta del sistema dei neuroni specchio. L'AOT comprende comunemente l'osservazione dell'azione, la visualizzazione e l'esecuzione di azioni e permette ai pazienti di praticare in sicurezza i movimenti e le attività motorie.

Il processo generale segue questo schema: durante ogni seduta di riabilitazione, i pazienti sono tenuti ad osservare un'azione quotidiana specifica diretta ad un oggetto presentato e, successivamente, ad eseguire ciò che hanno osservato. Per ulteriori informazioni sull’applicazione della AOT nella riabilitazione guarda qui.

Constraint-Induced Movement Therapy (CIMT)

Un’altra delle metodologie d’intervento riabilitativo è la Constraint Induced Movement Therapy, rivolta ai bambini con una disabilità di Paralisi Cerebrale Infantile di tipo emiparetico. La CIMT consiste nell**’aumentare l’utilizzo in attività monomanuali dell’arto coinvolto dall’emiparesi**. Il programma originale CIMT prevede l’utilizzo del tutore all’arto conservato per il 90% del tempo di veglia per un periodo di 2 settimane in clinica con personale specializzato.

La CIMT modificata prevede l’utilizzo del tutore per 2 ore al giorno (divisibili in più sessioni) 7 giorni su 7 per un periodo di circa 2 mesi. Per ulteriori informazioni sulla CIMT guarda qui.

Riabilitazione robotica

La riabilitazione robotica è considerata un’opzione terapeutica nel trattamento dei pazienti con Paralisi Cerebrale Infantile. I risultati delle ricerche nel campo delle neuroscienze in riferimento alla plasticità neuronale, alla base di ogni processo di recupero dopo una lesione cerebrale, correlano l’efficacia riabilitativa a specifici principi di training. La disponibilità di tecnologie avanzate e robotiche potenzialmente capaci di superare i limiti attuali degli interventi riabilitativi manuali potrebbe essere una parte integrante del programma riabilitativo intensivo.

I sistemi robotici possono essere adatti al training delle funzioni motorie perché permettono di produrre e controllare con alta precisione differenti campi di forza (viscoso, elastico, gravitazionale), consentendo una personalizzazione dell’intervento riabilitativo e una stimolazione dei sistemi sensoriali tattile, propriocettivo e visivo. I robot erogano un alto dosaggio di training (numero di movimenti) e intensità (movimenti nell’unità di tempo), fattori critici per l’attivazione della plasticità neuronale.

Essi consentono un training riproducibile, impossibile da ottenere col fisioterapista, aspetto essenziale per la valutazione dell’efficacia riabilitativa. Infine i sistemi robotici, registrando la performance del paziente, permettono la misurazione oggettiva dei deficit presenti e il monitoraggio dei risultati progressivamente ottenuti. Puoi leggere questo articolo per maggiori informazioni.

Stimolazione magnetica transcranica ripetuta (rTMS)

Si tratta di una tecnica non invasiva di neurostimolazione e neuromodulazione di precise aree cerebrali, basata sui principi dell'induzione elettromagnetica. Il suo rischio è stato definito minimo, anche in epoca pediatrica (con effetti collaterali simili ai pazienti non trattati anche in ambito pediatrico: mal di testa, dolore al collo etc.).

L'eccellente tollerabilità e la capacità sempre più sofisticata di interrogare la neurofisiologia e la plasticità ne fanno una tecnologia possibile per una futura estensione in studi terapeutici. Alcuni studi ne hanno dimostrato l’efficacia anche per ictus in età pediatrica (anche se tradizionalmente è stata utilizzata per il trattamento di depressioni resistenti, autismo e sindrome di Tourette o disturbi del neurosviluppo). La sua applicabilità sembra buona ma mancano ancora evidenze di valenza terapeutica, ne va valutata l’opportunità nel caso di soggetti con epilessia.

Cellule staminali per ictus che avvengono in epoca neonatale

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per le terapie delle Paralisi Cerebrali Infantili dovute a ictus perinatale (o presunto perinatale) che stimolino la rigenerazione dei tessuti cerebrali danneggiati. Dai modelli animali infatti è noto che il cervello aumenta la sua capacità neurogenica dopo un danno ischemico, promuovendo la proliferazione e la differenziazione delle cellule neurali che, tuttavia, non viene mantenuta a lungo termine, provocando danno permanente.

Le cellule contenute nel sangue del cordone ombelicale e nel midollo osseo (chiamate anche ematopoietiche) potrebbero facilitare la rigenerazione dei tessuti cerebrali, ma non ci sono ancora evidenze in questo senso. Al sito Clinic Trials.gov sono attivi attualmente (ottobre 2020) 10 studi, trovi maggiori informazioni qui.

Fattori di crescita per ictus che avvengono in epoca neonatale

L’efficacia dei fattori di crescita neurotrofici, tra cui l'eritropoietina, il fattore neurotrofico di derivazione cerebrale, il fattore di crescita endoteliale vascolare e il fattore neurotrofico di derivazione gliale per ictus avvenuti in epoca neonatale è in corso di studio, ma non sono state ancora fornite evidenze sufficienti. Se sai l’inglese potresti trovare maggiori informazioni qui.