Alimentazione e integratori

Riscontriamo molto interesse da parte delle famiglie rispetto all’utilizzo degli integratori alimentari per favorire il recupero dopo un danno cerebrale e migliorare la neuroplasticità. In realtà esistono ad oggi pochissime evidenze scientifiche sulla correlazione tra integratori (o neutraceutici) e proprietà terapeutiche.

I nutraceutici sono formulazioni di componenti bioattivi concentrati presenti negli alimenti o nei prodotti dietetici naturali che offrono benefici profilattici e terapeutici.

Il termine "nutraceutico" è adoperato per distinguere l'importanza dei componenti nutrizionali (alimentari) con il valore farmaceutico per prevenire o trattare le malattie. I "nutraceutici" mancano ancora di un sistema di classificazione ben definito basato sulla loro origine e sui benefici terapeutici. Inoltre, sono stati fatti pochi tentativi per stabilire le differenze tra alimenti/alimenti funzionali o integratori alimentari che aiutano a mantenere la salute generale o chiarire quando la stessa sostanza può essere considerata un nutraceutico per trattare o prevenire una malattia. Inoltre, c'è ancora incertezza nella regolamentazione dei nutraceutici, poiché molti di essi non sono considerati prodotti farmaceutici.

L’argomento degli integratori alimentari (o nutraceutici) in bambini con PCI è molto complesso, perché non esistono pubblicazioni scientifiche rilevanti su questa popolazione e perchè alcuni integratori alimentari potrebbero influenzare l’assorbimento di altre terapie in corso.

Le evidenze scientifiche che abbiamo le conosciamo dal mondo dell’adulto.

Nel caso dell’ictus, questo induce significative alterazioni metaboliche sia nel cervello che negli organi periferici. Molti cambiamenti post-ictus sono dipendenti dal tempo. Durante le fasi croniche dell'ictus, l'obiettivo è quello di promuovere la plasticità e la rigenerazione, al fine di aumentare la funzionalità e prevenire la recidiva dell'ictus.

Ad esempio, l'integrazione di vitamina B post-ictus gioca un ruolo protettivo sia nella fase acuta che in quella ritardata dell'ictus. L'inizio della supplementazione orale di vitamina B negli esseri umani a 12 ore dopo l'inizio dell'ictus ha dimostrato di promuovere effetti antiossidanti e antinfiammatori. Molti studi hanno dimostrato che le ridotte concentrazioni di antiossidanti (vitamine E e C) nei pazienti colpiti da ictus sono associate a scarsi risultati clinici. Studi preclinici inoltre (ma non osservazioni cliniche) hanno dimostrato che le vitamine B aumentano la neuroplasticità e il recupero post-ictus.

In studi su adulti colpiti da ictus, una diminuzione dei livelli di vitamina D è associata a un aumento della gravità dell'ictus e della mortalità. Il livello sierico di 25-idrossivitamina D è un marcatore prognostico indipendente per la gravità funzionale post-ictus e la mortalità nel periodo di 90 giorni (sempre nel mondo dell’adulto).

Per un parere specialistico ti consigliamo di parlarne prima con il tuo pediatra, affinché possiate decidere insieme l’opportunità del parere di un neurologo con esperienza in nutraceutica.