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Video - testimonianza di Aydin su MirrorHR, Microsoft Canada, 7/5/2021

Video - testimonianza di Aydin su MirrorHR, Microsoft Canada, 7/5/2021

As we approach Global Accessibility Awareness Day and following our Ability Summit this week, I wanted to share an incredibly, moving story with my colleague Melike Ceylan-Leamen. I encourage everyone to watch her journey with her son, Aydin and how MirrorHR—a tool built on Microsoft Azure and AI has helped. Through the collection and processing of data, MirrorHR shares an alert when an anomaly is detected, which in turn helps her and healthcare providers reduce the amount and severity of Aydin’s seizures. Thank you for sharing your story with us Melike.
With our recent announcement of a new technology-led five-year commitment to create and open doors to bigger opportunities for people with disabilities—we will continue to push the limits of AI and accessibility to enable transformative change and empower others across the world. #MicrosoftAI#Azure

Storie degli altri, Carmelo Abbate: loro sono Francesca e Roberto

Storie degli altri, Carmelo Abbate: loro sono Francesca e Roberto

Loro sono Francesca e Roberto. Vivono a Milano. Sono sposati, lavorano in una multinazionale, tra riunioni e viaggi sono sempre fuori casa. È il 2011. Hanno 40 anni, è il momento di rallentare e allargare la famiglia. Ci provano finché il test è positivo. Scoppiano di gioia, ma la gravidanza è a rischio, i medici consigliano riposo assoluto. Francesca si infila a letto e ci resta per otto lunghi mesi. Il giorno del parto si addormenta pensando al suo bambino. Apre gli occhi, tende le braccia nel vuoto. Dov’è Mario, dov’è mio figlio? Lo hanno portato in terapia intensiva, per dei controlli. Francesca e Roberto si tengono per mano mentre il medico mostra i risultati degli esami. Mario ha avuto un ictus, prima o durante il parto, ora sta bene, ma la parte destra del cervello è danneggiata, per sempre. Francesca è incredula. La sua testa rifiuta di abbinare quella parola mostruosa al suo bambino. Roberto balbetta. Scusi, cosa vuol dire? Vuol dire che Mario ha scarse probabilità di camminare e di parlare. I genitori restano incollati alla sedia, aspettano che il dottore continui, non può essere tutto lì. Ma la realtà è quella, devono farsene una ragione. Tornano a casa, provano un senso di fallimento, di sconfitta.

Il Sole 24 Ore: Disabilità, nasce la Palestra dei fighters. Anche lo sport online deve essere per tutti

Il Sole 24 Ore: Disabilità, nasce la Palestra dei fighters. Anche lo sport online deve essere per tutti

Muoversi è autonomia e vita, lo è tanto di più per chi alla nascita ha ascoltato una sentenza senza scampo ‘signora mia, questo bambino sarà un vegetale, non camminerà mai’. Praticare uno sport adattato quando si ha un impedimento motorio vuol dire anche riabilitarsi, vuol dire ridurre le barriere che rappresentano il disequilibrio tra la persona con disabilità e l’ambiente”. Eccolo, raccontato da una delle promotrici Francesca Fedeli, il punto di partenza per il progetto della Palestra dei fighters, un canale di allenamento online disegnato da FTS in collaborazione con i fondatori di Fightthestroke, e da una rete di famiglie e professionisti che conoscono e vivono tutti i giorni le esigenze delle persone con disabilità.

Si tratta di una palestra virtuale per tutte le persone con disabilità permanente o temporanea, di ogni età che coglie i trend emergenti della ‘Digital-enabled fitness’ e delle comunità online che si ritrovano per allenarsi da casa e che mette in pratica le evidenze scientifiche sull’esercizio motorio per le persone con disabilità: un trattamento individualizzato ed adattato può rappresentare un’alternativa valida e complementare alle attività sul territorio, di cui spesso non si riesce a usufruire.

Insomma, se il Covid ci lascia una buona eredità è sicuramente quella di servizi online altamente qualificati, che nella nuova normalità si alterneranno a quelli in presenza. Il progetto mette al centro l’importanza dell’attività sportiva: secondo l’Istat solo l’8,5% delle persone con disabilità in Italia pratica un’attività sportiva in maniera continuativa e l’emergenza Covid non ha alterato le abitudini di vita quotidiana o le ha peggiorate, a causa dell’interruzione forzata di molti servizi, che sono stati considerati differibili.

La Palestra digitale dei fighters: lo sport accessibile per la disabilità - iO Donna

La Palestra digitale dei fighters: lo sport accessibile per la disabilità - iO Donna

Una “palestra digitale” studiata su misura per chi ne ha più bisogno. Si chiama Palestra dei fighters ed è un canale di potenziamento online ideato da FightTheStroke, società fondata da Francesca Fedeli e Roberto D’Angeloper supportare la causa dei giovani sopravvissuti all’ictus e con una disabilità di paralisi cerebrale infantile, come il loro piccolo Mario e da una rete di famiglie e professionisti che conoscono e vivono tutti i giorni le esigenze delle persone con disabilità. Una palestra digitale che coglie i trend emergenti della Digital-enabled fitness e delle comunità online che si ritrovano per allenarsi da casa e che mette in pratica le evidenze scientifiche sull’esercizio motorio per le persone con disabilità.

Ictus cerebrale infantile ICTUS CEREBRALE INFANTILE: UNA MAMMA SI RACCONTA!

 Ictus cerebrale infantile ICTUS CEREBRALE INFANTILE: UNA MAMMA SI RACCONTA!

Francesca Fedeli è una mamma che si è trovata ad affrontare la difficile esperienza dell’ictus cerebrale infantile di suo figlio Mario. Un’intervista a cura di ShiHengDing – Grawidanza.

Dopo un primo periodo di profonda depressione e tristezza, insieme al marito Roberto, Francesca si è resa conto di una cosa. Grazie alla diagnosi precoce e alle nuove tecniche riabilitative basate sul concetto dei neuroni specchio e sull’applicazione della tecnologia alla medicina, poteva realmente aiutare suo figlio a vivere una vita piena e bella.

Facebook Community Voices - Fight the Stroke

Facebook Community Voices - Fight the Stroke

When Mario D'Angelo was only ten days old, he suffered a stroke and doctors soon diagnosed him with cerebral palsy. His parents didn't know where to turn for support, so they started the 'Fight the Stroke' Page, where parents of young stroke victims can find information about early diagnosis and treatments and most of all: community. Visit the page at https://www.facebook.com/fightthestroke/

MedicalFacts - Viaggio nelle Associazioni Pazienti d’Italia: Fight the Stroke – Paralisi Cerebrale Infantile

MedicalFacts - Viaggio nelle Associazioni Pazienti d’Italia: Fight the Stroke – Paralisi Cerebrale Infantile

Secondo appuntamento della rubrica di Medical Facts sulle Associazioni pazienti italiane. Oggi parliamo di Fight the Stroke, associazione di supporto ai giovani con disabilità derivanti da Paralisi Cerebrale Infantile, e alle loro famiglie. Iniziamo a descrivere la patologia e le sue possibili conseguenze.

Bambini vulnerabili nel dopo lockdown, diritto all'istruzione ma anche al gioco e al piacere

Bambini vulnerabili nel dopo lockdown, diritto all'istruzione ma anche al gioco e al piacere

Per i Dialoghi di Vita.it e Telefono Azzurro oggi a tema i minori vulnerabili e la necessità di ascolto, integrazione e riabilitazione. Con Riccardo Bonacina e Ernesto Caffo, la viceministra all'Istruzione Anna Ascani, Adriano Ferrari, docente di medicina della riabilitazione a Modena, Anna Granata, docente di pedagogia interculturale a Torino, Laura Borghetto, presidente di L’Abilità, la sociologa Chiara Saraceno, Francesca Fedeli di Fightthestroke

Corriere Innovazione, 3 Aprile 2020

Corriere Innovazione, 3 Aprile 2020

Francesca e Roberto: dalla sfida degli ictus infantili a Mirrorable, piattaforma per gli esercizi-specchio

La percentuale è decisamente bassa: di due o tre ogni mille bambini. Ma può accadere. «E

non è mica semplice gestire la notizia che tuo figlio è nato dopo aver avuto, probabilmente quando ero ancora in gravidanza, un ictus con paralisi cere- brale infantile», spiega Francesca Fe- deli, la mamma di Mario, oggi un bambino di nove anni, il quale sta pian piano facendo comprendere ai suoi genitori che tutto può avere un senso.

Francesca e Roberto D’Angelo, nel 2014, a tre anni dalla nascita di Mario, quel senso lo hanno trovato creando la fondazione, “FightTheStroke.org”,

che supporta la causa dei giovani so- pravvissuti all’ictus e con paralisi ce- rebrale infantile. «A un certo punto, abbiamo smesso di piangerci addos- so: dovevamo andare oltre e raccon- tarci», ricordano. Il palco di un teatro di Edimburgo, in occasione di un Ted Talks, è stato il primo passo per coin- volgere tutti coloro che si fossero tro- vati nella stessa situazione della cop- pia ascolana, e milanese d’adozione: abituata, per formazione professiona- le, al «problem solving». Una sorta di puntini da unire fino a disegnare «Mirrorable». «Si tratta di una piatta- forma di riabilitazione da remoto: i piccoli, prima osservano dei movi-

menti, poi li imitano. Recuperando, quindi, capacità motoria», spiega Francesca, la quale ricorda quanto sia- no stati importanti, per «Mirrorable», gli studi di Giacomo Rizzolatti, il neu- roscienziato dei neuroni a specchio.

Il bello di questo «gioco da maghi» — già dopo una mese di terapia, è possibile recuperare il 26 per cento delle performance motorie — è che viene fatto insieme ad altri bambini collegati alla sessione. «Tramite un database di bambini affini, è possibile fargli eseguire contemporaneamente gli stessi esercizi», osserva D’Angelo, il papà di Mario, sottolineando la vera innovazione di Mirrorable: «Dall’altra

parte dello schermo, c’è un altro bim- bo come nostro figlio, magari un po- chino più bravo di lui: ma, alla fine, sa- rà un gioco alla pari. E a nessuno verrà voglia di mollare».

Voglia di mollare per Francesca e Ro- berto? Mai. Si sono appena messi alle spalle settemila candidati del Micro- soft Hackathon, salendo sul gradino più alto del podio. «Vorremmo mette- re insieme Intelligenza artificiale ed imprese per creare un Hub di ricerca sull’epilessia, le cui crisi, come si sa, non si possono predire, ma il nostro nuovo sogno è riuscire a rallentarne la frequenza».

Vanity Fair n.11/2020 dell’11/3/2020

Vanity Fair n.11/2020 dell’11/3/2020

#IosonoMilano, ma anche Wuhan, Parigi, Piacenza, Roma, Madrid, Teheran, Treviso, il mondo intero. Quello di questo numero di Vanity Fair è un appello corale all’unità, alla razionalità e al senso del dovere per affrontare la sfida globale a questo a virus.

#iosonoMilano, gli startupper: «Ritorno al futuro»

L’educazione è un tema centrale, come quello della salute, in cui opera Francesca Fedeli, creatrice della fondazione FightTheStroke.org e MirrorAble, il portale che aiuta la riabilitazione dei bimbi colpiti da ictus perinatale: «Cogliamo quest’occasione per rimetterci insieme sulla linea di partenza, senza più arroccarci in posizioni monolitiche. Il nostro antidoto alla preoccupazione per le famiglie che vivono la disabilità, in un momento ulteriormente complesso come questo, è quello di mettersi in ascolto e promuovere l’educazione, per grandi e piccoli, a una lettura critica, per aumentare il proprio livello di “health literacy” e prendere così decisioni più consapevoli sulla salute, propria e di chi ci sta accanto».

Economy Up, 24/1/2020 – ‘FightTheStroke diventa Fondazione: a che punto è la startup anti-ictus perinatale’

Making More Health, 3/1/2020 – Family therapy

Making More Health, 3/1/2020 – Family therapy

When they were told that their baby had suffered from a stroke in utero, Francesca Fedeli and Roberto d’Angelo felt abandoned by the Italian medical community. Determined not to give up, they founded Fight The Stroke in 2013, to raise awareness among families and spread information about rehabilitation through telemedicine.

Corriere della Sera / Milano Cronaca

Corriere della Sera / Milano Cronaca

A raccontare la propria esperienza sono stati Francesca Fedeli e Roberto D’Angelo, co-fondatori di FightTheStroke.org, che supporta i giovani sopravvissuti all’ictus e con Paralisi Cerebrale Infantile, come il loro piccolo Mario. La coppia ha saputo trasformare un evento tragico in un’occasione per sviluppare progetti di eccellenza in campo digitale e scientifico. «Non è stato semplice - dice Francesca. All’inizio eravamo arrabbiati: perché era successo a noi? `Fuck the stroke´ era diventata la nostra parola d’ordine, e c’è voluto tempo prima di riuscire a creare la sua versione, combattiva, ma meno aggressiva, `Fight the stoke´