Francesca e Roberto: dalla sfida degli ictus infantili a Mirrorable, piattaforma per gli esercizi-specchio
La percentuale è decisamente bassa: di due o tre ogni mille bambini. Ma può accadere. «E
non è mica semplice gestire la notizia che tuo figlio è nato dopo aver avuto, probabilmente quando ero ancora in gravidanza, un ictus con paralisi cere- brale infantile», spiega Francesca Fe- deli, la mamma di Mario, oggi un bambino di nove anni, il quale sta pian piano facendo comprendere ai suoi genitori che tutto può avere un senso.
Francesca e Roberto D’Angelo, nel 2014, a tre anni dalla nascita di Mario, quel senso lo hanno trovato creando la fondazione, “FightTheStroke.org”,
che supporta la causa dei giovani so- pravvissuti all’ictus e con paralisi ce- rebrale infantile. «A un certo punto, abbiamo smesso di piangerci addos- so: dovevamo andare oltre e raccon- tarci», ricordano. Il palco di un teatro di Edimburgo, in occasione di un Ted Talks, è stato il primo passo per coin- volgere tutti coloro che si fossero tro- vati nella stessa situazione della cop- pia ascolana, e milanese d’adozione: abituata, per formazione professiona- le, al «problem solving». Una sorta di puntini da unire fino a disegnare «Mirrorable». «Si tratta di una piatta- forma di riabilitazione da remoto: i piccoli, prima osservano dei movi-
menti, poi li imitano. Recuperando, quindi, capacità motoria», spiega Francesca, la quale ricorda quanto sia- no stati importanti, per «Mirrorable», gli studi di Giacomo Rizzolatti, il neu- roscienziato dei neuroni a specchio.
Il bello di questo «gioco da maghi» — già dopo una mese di terapia, è possibile recuperare il 26 per cento delle performance motorie — è che viene fatto insieme ad altri bambini collegati alla sessione. «Tramite un database di bambini affini, è possibile fargli eseguire contemporaneamente gli stessi esercizi», osserva D’Angelo, il papà di Mario, sottolineando la vera innovazione di Mirrorable: «Dall’altra
parte dello schermo, c’è un altro bim- bo come nostro figlio, magari un po- chino più bravo di lui: ma, alla fine, sa- rà un gioco alla pari. E a nessuno verrà voglia di mollare».
Voglia di mollare per Francesca e Ro- berto? Mai. Si sono appena messi alle spalle settemila candidati del Micro- soft Hackathon, salendo sul gradino più alto del podio. «Vorremmo mette- re insieme Intelligenza artificiale ed imprese per creare un Hub di ricerca sull’epilessia, le cui crisi, come si sa, non si possono predire, ma il nostro nuovo sogno è riuscire a rallentarne la frequenza».