Disabilità: Vote4All forma “campioni della democrazia” - Alley oop

L’esercizio democratico del voto, se si ha una disabilità, non è per forza azione garantita. Davanti alla situazione attuale e attivandosi per cambiare le cose, nasce il progetto Vote4All. Questa iniziativa europea prepara futuri ”campioni della democrazia”. Cittadini che possano promuovere la partecipazione delle persone con disabilità, sia alla scelta nelle urne sia candidandosi a diverse consultazioni. E che possano contribuire a diffondere coscienza e conoscenza dell’opportunità di esprimere il proprio voto. Anche se si pensa di non poterlo fare. O se ci si trova effettivamente limitati a causa di barriere fisiche, inaccessibilità burocratica e carenza di sistemi adattabili alle sue specifiche caratteristiche.

Quali sono i numeri?

Guardando ai numeri del bacino di persone potenzialmente interessate al tema di un processo democratico più accessibile, è evidente che non si tratta di quantità ridotte.

Stando ai dati Eurostat, il 27% di cittadini dell’Unione europea maggiori di 16 anni vive con una disabilità. Una persona su quattro o, in altri termini, 101 milioni di europei. Di questi, nel 2019 circa 800mila* erano stati privati del diritto al voto alle elezioni continentali di quell’anno a causa della loro disabilità. Un numero, che grazie ad alcune correzioni è sceso nel 2024, è certamente diminuito ma si attesta comunque a oltre 400mila persone**.

«La possibilità di votare e di candidarsi alle elezioni è un elemento chiave per il buon funzionamento delle democrazie. Ma troppe persone che disabilità continuano a vedersi negato questo diritto di base», confermava la scorsa estate Sirpa Rautio, direttrice dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA, dalla denominazione inglese). Intervenendo in occasione della pubblicazione del report “Political Participation of Peolole with Disabilities”, la direttrice di FRA continuava: «sebbene ci siano dei progressi molto resta da fare per superare le sfide che persistono per permettere a tutte le voci delle persone con disabilità di essere ascoltate alle elezioni».

Se sono molti i Paesi membri che in questi anni hanno resto più facile l’accesso al voto per tutti i loro cittadini, gli ostacoli non sono appianati. E in molti continuano a trovarsi davanti barriere considerevoli. Certo nell’esercitare il diritto di voto nelle urne. Ma anche nel partecipare come candidati alle consultazioni – che siano elezioni locali, nazionali, o a livello comunitario.

A che punto siamo

In Europa esistono regolamenti, risoluzioni, leggi specifiche: elementi questi di un quadro che dovrebbe, da una parte, garantire l’esercizio libero della scelta dei propri rappresentati e la partecipazione alla vita pubblica per ciascun avente diritto. E dall’altra, guidare l’azione dei governi per migliorare l’accessibilità e la possibilità di contribuire al processo democratico di ogni cittadino europeo. Alla luce dei fatti però, il voto viene negato ancora in centinaia di migliaia di casi.

Per quanto 13 su 27 Stati permettono a tutte le persone con disabilità di esprimere la propria preferenza senza restrizioni, persistono barriere che vanno da un’accessibilità insufficiente ai seggi alla mancanza di meccanismi condivisi per facilitare il processo elettivo, alle restrizioni legali ed amministrative. Le norme esistenti in 12 Stati membri, per esempio, non consentono di cambiare il seggio elettorale assegnato in base alla residenza, a uno più adatto alle necessità dell’elettore – basti pensare agli ospiti delle case di cura. In solo 10 è consentito il voto per corrispondenza e in 15 vengono permesse “urne elettorali mobili” (con altri 4 a renderle disponibili in alcune zone).

Il progetto Vote4All

È in questo situazione che è venuto alla luce il progetto Vote4All. L’iniziativa dall’impatto e dalla portata internazionale, nata dall’impegno di associazioni europee che si interessano di paralisi celebrare, mira a «promuovere la partecipazione dei cittadini alla democrazia europea per le persone con paralisi celebrare e altre disabilità complesse». Preparandole adeguatamente per «sostenere il diritto a partecipare al processo politico».

In concreto durante il 2025, attraverso due eventi online e cinque study-visit in altrettante città europee, verrano preparati “campioni della democrazia”: in ciascuna iniziativa  i partecipanti apprendono come promuovere la partecipazione alla democrazia per le persone con disabilità, approfondendo uno specifico focus.

John Coughlan, segretario generale di Cerebral Palsy Society (ICPS) e Cerebral Palsy Europe, contattato da Alley Oop durante la prima tappa on-site a Milano, ha spiegato: «abbiamo iniziato con un corso di formazione online a gennaio, in cui ci siamo occupati non solo delle barriere alla partecipazione democratica per le persone con disabilità, ma anche di come funziona l’intero processo democratico europeo».

L’intento è che, una volta completate le varie iniziative, «le persone che beneficeranno di queste visite di studio e dei programmi di formazione, se ne vadano con una migliore conoscenza di come possono rivendicare i diritti che hanno, come possono assicurarsi che vengano applicati».

Le soluzioni da applicare

Il processo non è certo facile. Secondo Coughlan, infatti, «il movimento sta andando nella direzione giusta. Ma c’è molta strada (ancora) da fare». Basti pensare, ricorda il segretario generale ICPS, alle tante iniziative accolte a livello locale, non poi però implementate, per ragioni diverse, nel concreto. «Un tema molto discusso, per esempio, è il rischio della manipolazione (del voto). Le autorità elettorali sono preoccupate e quindi restie a implementare qualsiasi soluzione che possa aprire ad eccezioni. Ma allo stesso tempo il cambiamento è necessario».

Difficoltà oggettive e lentezza del cambiamento a parte, «uno dei motivi per cui il cambiamento sta avvenendo è che tutti gli Stati membri dell’Unione europea sono firmatari della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità. Quando il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità esamina l’attuazione della Convenzione» sottolinea che nel testo firmato «è chiarissimo come le persone con disabilità hanno lo stesso diritto di partecipare al processo politico. Non ci sono eccezioni. È per tutti».

Se da una parte le complicazioni burocratiche e le scelte nazionali costituiscono un freno all’avanzamento del percorso, altri limiti riguardano la rappresentazione e la rappresentanza. Spiega John Coughlan: «anche quanto il diritto esiste, è attuato e disponibile, a volte le persone non lo rivendicano perché non pensano di portelo fare. Quindi, mostrare loro che possono e cosa fanno altri, è molto importante». In questo giocano un ruolo chiave anche gli “alleati”. A partire dalle associazioni spesso create e animate da genitori o familiari delle persone con disabilità, che stanno e possono assumere ruoli di leadership in questo movimento. «Ci stiamo allontanando da un approccio in cui la disabilità riguarda solo l’assistenza, le prestazioni mediche e così via, per passare a un approccio molto più incentrato sull’intera persona e su tutti gli aspetti della convivenza con la disabilità».

Vote 4 Eu parte da Milano

Con la prima visita-studio a Milano, la formazione dei “campioni di democrazia” di Vote4All entra nel pieno. L’Italia, con questa iniziativa focalizzata su impegno civico e inclusione sociale, mostra un interesse che va oltre alla necessità di abbattere le barriere di accesso all’esercizio della democrazia. Occupandosi anche di altri ambiti della vita civica e sociale da cui spesso le persone con disabilità sono limitate o totalmente escluse.

Un interesse questo che nello specifico ha portato ad affiancarsi a Fight The Stroke, organizzazione promotrice della tappa italiana, partner rappresentativi dello sport, della cultura, della tecnologia. Come Fondazione Milan, PlayMore!, Sport for Inclusion, Teatro alla Scala, Microsoft House, ADC Google e Pit’sa. E ha suscitato anche l’attenzione del Comune di Milano, rappresentato, in apertura lavori, dall’assessora allo Sport, turismo e politiche giovanili, Martina Riva.

A margine del primo evento di metà febbraio, Francesca Fedeli, co-fondatrice di Fight the Stroke, ha commentato: «Credo fortemente che questo progetto pilota possa essere un incentivo per le persone con disabilità e i loro alleati a sperimentare le opportunità dell’impegno civico e dell’inclusione sociale. Se oggi abbiamo ancora una percentuale inferiore di persone con disabilità nell’istruzione terziaria e nell’occupazione, è anche perché non abbiamo mai acceso in loro la scintilla della curiosità. E mostrato la bellezza di una vita sociale indipendente».

Guardando alla 3 giorni milanese, Fedeli si è poi detta particolarmente orgogliosa dell’esito di questo primo appuntamento nella città lombarda. «A Milano abbiamo mostrato ai 25 partecipanti, provenienti da contesti molto diversi dall’Ucraina al nord della Finlandia, un lato molto resiliente della mia città capace di attenuare l’impatto di un contesto che avrebbe potuto essere invalidante e che è stato invece accogliente.»

Le altre tappe in Europa

Nel programma 2025 di Vote4All, Milano, tappa on-site successiva al momento inaugurale online tenuto in gennaio dal titolo “Democrazia e disabilità”, passa il testimone alla Slovenia. Per la seconda tappa di visita euriopea, il progetto si sposta infatti a Lubiana, dove, a metà marzo, i partecipanti (qui i dettagli e le modalità di iscrizione) approfondiranno la questione della capacità giuridica di voto.

A seguire, in aprile, Vote4All sarò in Portogallo: tra Porto e Lisbona si parlerà di voto accessibile. Da qui, spostando il focus sul tema della rappresentanza delle persone con disabilità, il programma approderà all’Aja, a fine maggio. Chiuderà gli incontri in presenza, l’ultima visita di studio in programmata a Bruxelles a luglio. In questa occasione, i partecipanti  conosceranno da vicino il processo democratico della UE.

Vote4All completerà il suo “viaggio” 2025 con un ultima iniziativa, ancora una volta online aperta a tutti, il 15 settembre.

* Questi numeri appaiono nel sesto “Human Rights Report” del European Disability Forum, dal titolo: “Political participation of person with disability” del 2022. Lo studio guardava specificamente ai diritti delle persone con disabilità di votare e candidarsi alle elezioni per il Parlamento europeo per la IX legislatura del Parlamento europeo.

** Riportava il dato per il 2024 in giungo lo scorso anno lo European Disability Forum.