Il racconto di oggi ci parla di Musica, grazie alle parole di un’affermata musicista come Elena Gorna.
Mi chiamo Elena Gorna e sono un’arpista, ho studiato nel Conservatorio della mia città e mi sono perfezionata con diversi insegnanti all’estero e in Italia.
Da sempre vivo nella musica e di musica, visto che anche i miei genitori lavoravano in questo ambiente.
Negli anni ho alternato le esperienze orchestrali, cameristiche e solistiche con il mio strumento suonando con le maggiori orchestre italiane liriche e sinfoniche, e collaborando con gli artisti più diversi che mi hanno arricchita umanamente e professionalmente.
Mi sono laureata più tardi anche in didattica della musica con una tesi su “Musica e autismo”.
Da qualche anno insegno anche in Conservatorio e metto a disposizione dei ragazzi che seguo nel percorso accademico la mia professionalità.
Il mio strumento musicale preferito è l’arpa sicuramente, ma è difficile sceglierne un secondo. Tutta la tavolozza dell’orchestra sinfonica ha la magia del suo timbro peculiare in ogni sezione e, a seconda del repertorio suonato, può emergere un colore piuttosto che un altro.
Apprezzo tutta la musica ben suonata e cantata anche se la musica classica fa parte del mio patrimonio uditivo dalla nascita.
Per me è stato abbastanza naturale intraprendere un percorso musicale, avendo in casa genitori musicisti di professione, ma non è stato scontato scoprire poi la mia motivazione e passione personale.
Penso che in qualche modo la musica sia sempre stata, più o meno consciamente, un baricentro al quale tornare nella mia vita in qualsiasi situazione, anche difficile, io mi trovassi: è il linguaggio più profondo e più completo per esprimere le emozioni e l’architettura più solida che ho imparato a conoscere.
Ascolto musica non come sottofondo ma sempre attivamente e con curiosità per scoprire nuovi repertori e nuovi esecutori.
Penso che avvicinare i bambini e i ragazzi alla musica coinvolgendoli in maniera attiva, sia un enorme dono che si possa fare loro.
Per la mia esperienza didattica a qualsiasi livello, diventa una chiave in più di lettura del mondo e un gioco meraviglioso con le sue regole speciali.
Dal punto di vista delle neuroscienze poi sappiamo bene ormai, perché confermato da numerosissimi studi internazionali, come la musica sia una delle rare attività complete al fine di sviluppare entrambi gli emisferi cerebrali.
Sul valore terapeutico dell’ascolto non devo aggiungere nulla credo, visto che ci cura da migliaia di anni. La scienza ha dato solo la conferma ufficiale di quello che tutte le popolazioni del mondo, a diverse latitudini, hanno sempre sperimentato nella loro vita sociale. Quindi…buone lezioni di musica a tutti!
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