Insomma, è successo che quest’anno siamo diventati parte attiva e propulsiva di un movimento e abbiamo deciso di dedicare il resto dei nostri giorni a cambiare quel pezzetto di mondo che abbiamo conosciuto da vicino con questa storia.
E poi è successo qualcosa che ci ha permesso di visitare tutti i Children Hospital Americani, parlare con 70 tra i migliori esperti di soluzioni riabilitative al mondo e concretizzare la missione di Fightthestroke.org: abbiamo vinto la Eisenhower Fellowship, una borsa di studio offerta da un’associazione non profit e apolitica americana che dal 1953 ha supportato oltre 2000 ‘attori del cambiamento’ provenienti da 100 paesi nel mondo.
Richiamandosi al nome del Generale che guidò gli eserciti delle grandi democrazie che sconfissero il nazismo e il fascismo e del Presidente degli Stati Uniti che avviò una politica bipartisan di distensione nella guerra fredda, la Fellowship invita ogni anno circa 50 persone di vari paesi del mondo, dotate di talento, già avanzate nel proprio cursus professionale, che dimostrino potenzialità di leadership nei rispettivi paesi di provenienza, consentendo loro di essere ospiti negli Stati Uniti per due mesi e nel contempo di poter svolgere un programma di studio e ricerca assolutamente individuale, disegnato sulle specifiche esigenze professionali e culturali del Fellow.
Un’opportunità unica per noi, che quest’anno abbiamo rappresentato l’Italia nel primo programma dedicato all’Innovazione, raccogliendo il testimone di Salvatore Iaconesi come Italian Fellow 2013 . E non tanto per l’interesse specifico del nostro progetto, di cui vi racconteremo presto, ma quanto piuttosto per l'opportunità di immergersi in un network mondiale, fatto di capi di Stato e di Governo, del generale Colin Powell che ti firma l’attestato di fine corso, o semplicemente di personaggi che pensano che il mondo possono cambiarlo, oggi.
E così con noi c’era Amr che ha fondato National TalentS Co., uno dei principali incubatori per l’insegnamento di STEM alle giovani generazioni saudite e che ci ha indottrinato sull’adaptive learning, che tanto aiuterebbe la mediazione dell’apprendimento nei bambini con bisogni speciali.
Thiago invece ha sviluppato GuiaBolso, un’applicazione di online personal finance che ha scalato le classifiche di Itunes in pochi mesi, in un Paese come il Brasile in cui le recenti misure di incentivi ai consumi hanno portato a un crescente tasso di indebitamento e a una maggiore responsabilità finanziaria degli individui.
Dal Brasile c’erano anche Sabine, giornalista del principale quotidiano di San Paolo, che si occupa di educazione, scienze, innovazione, alla ricerca di un modo efficace per sistematizzare le informazioni in questi ambiti; e Mauro, docente di biologia marina, che vuole trovare un modo sostenibile per trasmettere la conoscenza scientifica agli studenti delle zone più remote in Amazzonia.
Wael è il fondatore di Kharabeesh, il principale network di intrattenimento online nel mondo arabo, con oltre 30M di views al mese sul canale Youtube: e non dev’essere facile fare questo genere di satira politica dalla Giordania.
Dalla Giordania anche Rana, un role model concreto di come scienza-donna-attivismo sociale possano coesistere e con successo: questo il suo ultimo progetto, We Love Reading, vincitore di riconoscimenti in tutto il mondo.
John è arrivato dall’Irlanda per risollevare le sorti del suo Paese verso la riduzione del debito, insieme a Shona che dopo l’esperienza della City of Culture in Derry 2013, ha studiato il valore dell’arte nell’abbattere le barriere di ogni genere.
Rickard e Anu rappresentavano i Paesi Nordici: il primo dalla Svezia, un paio di brevetti tecnologici e di libri all’attivo, un grande interesse per i limiti delle aziende ad innovare in maniera costante e produttiva; la seconda dalla Finlandia, convinta che l’apprendimento sia alla base di uno sviluppo sostenibile e promotrice dell’eccellenza del sistema educativo finlandese.
Alvaro, dal Peru, era appena tornato dal Festival del Cinema di Roma dove aveva ritirato un premio per il suo cortometraggio ‘El acompanante’: ci parli dieci minuti e ti inonda di emozioni, ti racconta di come grazie alla fellowship ha conosciuto David Kelley, ha partecipato agli spettacoli del Cirque du Soleil a Las Vegas o ha proposto il suo reality show ad una casa di produzione a Los Angeles.
Vicini d’Europa Pedro, giovane imprenditore seriale da Madrid, promotore della rivista del MIT nei paesi latini, e Carina, anche lei dalla Spagna: una conoscenza dai tempi di Ing Direct , e sarà stato questo comune background a farcene apprezzare ancor più le doti di CEO-Donna empatica-in industria finanziaria, per cui capisci in maniera lampante quali siano davvero i driver di crescita nelle aziende di successo.
Anche con Vlad, dalla Romania, abbiamo trovato degli interessi in comune: la medicina, il giornalismo scientifico d’inchiesta, l’attivismo sociale, non solo a parole. Caporedattore del primo portale di notizie online rumeno, come noi è ossessionato dalla divulgazione in ambito medico, che non può che essere imparziale e scientificamente impeccabile.
Le storie dall’India hanno sempre un non so che di fascinoso e anche qua i nostri Fellows si chiamavano Arvind, Digital Lead di un governo con due miliardi di persone e Shridhar, che tutti i giorni nutre 1.4 milioni di bimbi attraverso la sua organizzazione Akshaya Patra.
Mark è un imprenditore di successo a Taiwan, ed è proprio vera per lui quella frase di Bill Drayton, fondatore di Ashoka, che dice «Gli imprenditori sociali non si accontentano di dare un pesce o insegnare a pescare. Non si fermeranno fino a quando non avranno rivoluzionato l’industria della pesca». Ecco, Mark si è messo in testa di scoprire il potenziale della flora microbica del nostro intestino per curare malattie croniche e autoimmuni.
Harsha è anche lui un imprenditore seriale, ha iniziato con un’impresa di successo a 19 anni e oggi vuole dare indietro l’esperienza che ha accumulato, creando una piattaforma in Sri Lanka che aiuti lo sviluppo di Social Entrepreneurs locali.
Kathy è arrivata dall’Australia, con un solido background nella gestione di imprese non profits, alla ricerca di nuove modalità di rating e criteri di valutazione oggettivi in un settore che vive ancora di discrezionalità nell’accesso ai finanziamenti.
E William, inglese ma dalla Nuova Zelanda, dopo il terremoto devastante del 2011 ha raccolto tutte le risorse per mettere in piedi EPIC, un ambiente collaborativo di nuove imprese in ambito tecnologico, e nella sua visione l’espansione globale non vede limiti o barriere geografiche.
Ecco, chiamateli pazzi, disadattati o ribelli, ma potrebbero essere loro i futuri leader di domani.
Per questo abbiamo insistito perché Mario li conoscesse tutti questi Fellows, perché loro hanno già provato a cambiare il mondo. Oggi. Quale specchio migliore per le nuove generazioni?
Buone Feste a tutti voi con gli haiku degli Eisenhower Fellows 2014 on Innovation:
Questo post è stato scritto il 24 Dicembre 2014 pensando a Giorgio Ungania, a come ha cambiato il nostro mondo e a come continuerà a cambiarlo da lassù.
Puoi contribuire ad aiutare i giovani sopravvissuti all’Ictus con una donazione qui: IBAN IT95T0335901600100000131356